Cella di lievitazione artigianale
Oggi vi propongo una ricetta non commestibile, perlomeno non “direttamente”.
Tutto è nato dal desiderio di provare a fare il panettone: il cui problema principale (oltre al fatto che impegna per 2 giorni e poi va fatto riposare a testa in giù per un altro giorno) è che deve lievitare 12 ore il primo impasto e almeno 6-7 il secondo ad una temperatura abbastanza costante di 28°C.
Uno dei metodi più usati per gestire questo tipo di lievitazione è quello di usare il forno, accendendo solo la luce. Al di là delle implicazioni ecologice (usare una lampadina per generare calore non è definibile come efficiente dal punto di vista energetico…) resta comunque il problema di avere una temperatura costante, oltre al fatto che così facendo la vita media della lampadina si accorcia e con quello che costano non conviene. Inoltre finché c’è qualcosa da lievitare nel forno non lo potete usare per cucinare; per molti forse non è un problema ma a casa nostra il forno si usa più della televisione. Nel mio caso l’aggravante è rappresentata dal forno che non permette di accendere la lampada quando non è in funzione e questo annulla ogni ipotesi di utilizzarlo per lo scopo.
Cercando un po’ in rete ho avuto modo di scoprire che molti cultori della pasta madre hanno costruito delle celle artigianali ed ho quindi deciso di provare anch’io quest’opera di ingegno.
Il risultato non è dei migliori dal punto di vista estetico, evidentemente c’è un motivo se nella vita faccio il sistemista e non il falegname, ma dal punto di vista funzionale è un ottimo prodotto.
Per controllare che la temperatura ed umidità siano costanti ho inserito all’interno il sensore di un termoigrometro Oregon Scientific ed ho tutto sotto controllo.
La cella garantisce così la corretta temperatura in un ambiente isolato da spifferi, luce, sbalzi, ecc. e la lievitazione è tutta un’altra cosa! Ovviamente nulla a che vedere con le celle professionali che controllano anche il livello di umidità e lo mantengono costante, ma per un ambiente domestico è più che sufficiente.
Passato il Natale la cella è comunque utilissima per gestire tutti i lievitati: pane, pizza, focaccia ed in generale tutto quello che è fatto con la pasta madre a partire dalla biga che si fa la sera prima.
Ecco le istruzioni per costruire la cella di lievitazione…
Ingredienti
- 6 assi di legno possibilmente naturale (io ho utilizzato delle lastre di di abete con misura circa 60x40x2 cm)
- 4 cubi di legno alti 3-4cm (serviranno da base per la graticola)
- 1 griglia da forno (o altro tipo di graticola)
- 3 cerniere per legno con viti autofilettanti
- 1 gancio con occhiello autofilettante
- 1 passacavi da scrivania, con relativa fresa a tazza
- 1 martello
- 1 cacciavite a croce di medie dimensioni
- cavo riscaldante per terrari 50Watt, lunghezza 6mt *
- termostato meccanico per acquari/terrari *
- chiodi o viti autofilettanti q.b.
- chiodini ferma cavo q.b.
- propensione al fai da te o in alternativa una generosa manciata di pazienza
Procedimento
- Se avete preso delle assi di dimensioni più grandi tagliatele alla giusta misura. Considerate che si dovrà ottenere un cubo o un prisma rettangolare (altrimenti detto parallelepipedo rettangolo), quindi le assi che andranno sul laterale dovranno essere un po’ più corte (per la precisione pari allo spessore del legno). Io ho ignorato questo principio ed ho dovuto poi rattoppare le fessure che si sono inevitabilmente create con dei listarelli di legno. Ma se siete più furbi di me non ce ne sarà bisogno.
- Montare le assi inferiore e superiore e fissarle con dei chiodi o delle viti autofilettanti. Io ho usato i chiodi, ma amici più dediti al bricolage di me mi hanno sgridato e mi han detto che si usano le viti autofilettanti per questi lavori. Fate un po’ come vi pare, l’importante che non usate colle che poi possono rilasciare odori sgradevoli (oltre che potenzialmente tossici) all’interno della cella. Il panettone che sa di colla potrebbe avere effetti dopanti ma non essere gradito da tutti…
- Se avete montato per bene le prime 4 assi vi troverete un bel rettangolo col buco, è giunta l’ora di montare il pannello posteriore;
- il pannello anteriore è un po’ più complicato perché bisogna mettere le cerniere. Se potete fatevi aiutare da qualcuno che dovrà tenere fermo lo sportello in posizione mentre inserite le viti autofilettanti nelle cerniere;
- Per concludere la “scocca” avvitate l’occhiello nella porta ed il gancio nella parete laterale della cella, avendo l’accortezza che tenga abbastanza teso lo sportello in modo che passi meno aria possibile;
- Per ottimizzare ancora di più la coibentazione dell’ambiente è possibile installare nella cornice rivolta verso lo sportello, del materiale isolante tipo quello adesivo che si usa per le finestre;
- Siamo pronti per installare la parte elettrica, praticate un foro con la fresa a tazza in uno degli angoli del pannello superiore. Questo servirà per far passare i cavi di corrente e verrà poi chiuso col passacavi da scrivania;
- Creare una serpentina con il cavo riscaldante, fissandolo con i chiodini ferma cavo. Collegare poi la spina del cavo riscaldante all’uscita del termostato;
- Fissare il termostato nella parete laterale interna, più o meno a metà altezza in modo che rilevi la temperatura nel modo più corretto possibile (l’aria calda va verso l’alto, se lo si mette troppo in alto quindi rileverà una temperatura più alta, ma anche troppo in basso non va bene perché sarebbe troppo vicina agli elementi riscaldanti). Il cavo di corrente del termostato dovrà quindi uscire attraverso il foro del passacavi, magari fissandolo anch’esso con i chiodini in modo che non dia fastidio;
- Siamo alla fine… un paio di martellate giusto per accertarci che la nostra cella sia ben salda e possiamo passare al collaudo. Accertatevi che magnetotermico e differenziale funzionino correttamente (non si sa mai) e attaccate la presa di corrente. Dopo qualche minuto la serpentina dovrebbe cominciare a scaldarsi. Chiudete lo sportello ed aspettate un’oretta, poi misurate la temperatura con un termometro per verificare che sia coerente con quella impostata nel termostato (nel mio caso c’è circa 1,5°C di differenza, ma è normale perché il termostato ha una sua tolleranza).
- Per concludere disponete sulla base i cubi di legno ed appoggiatevi sopra la griglia metallica. Questo serve per evitare che i prodotti da lievitare siano a diretto contatto con la serpentina e quindi ricevano un maggiore calore nella parte inferiore.
Ce l’avete fatta! Anche voi avete una cella di lievitazione!
Se siete fortunati come me vostra moglie apprezzerà e la vorrà usare anche lei. Se siete sfortunati invece vostra moglie o vostro marito vi rinfacceranno a vita quel coso mastodontico che rompe le scatole in giro per la casa.
Ecco qualche foto della mia creazione:
I prodotti si trovano anche nei negozi per animali ed in qualche supermercato ben fornito, ma li ho visti a prezzi più alti rispetto ai negozi online. Si può trovare qualcosa di più conveniente, ma ricordate che si tratta di un accrocchio che scalda e rimane collegato per molte alla corrente anche durante la notte o in vostra assenza, quindi il minimo sindacale è che abbia un bel marchio CE non contraffatto e sia di buona fattura, meglio spendere qualche Euro in più che prendere un prodotto che si guasta dopo qualche settimana d’uso… o peggio che fa andare a fuoco la vostra bella cella di lievitazione.
Attenzione infine che devono essere adatti all’uso in terrari, esistono anche delle versioni solo per acquari che funzionano quindi solo immerse in acqua e si bruciano quasi immediatamente se usate diversamente.
Per concludere ecco un video che ho realizzato con la tecnica del time lapse, che mostra la lievitazione di un panettone nella cella:
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